Avviato dal Nordest un progetto europeo, con partner anche la società veneziana Venetian Cluster, per una migliore coesistenza tra uomo e grandi carnivori, dall'orso bruno al lupo, e per diminuire le situazioni di conflitto
Venezia, 11 luglio 25 - Promuovere e migliorare la coesistenza tra la fauna selvatica e le comunità umane, proteggendo le popolazioni di grandi carnivori e i loro habitat da un lato e contribuendo a diminuire le situazioni di conflitto e pericolo per l’uomo dall’altro, rafforzando la resilienza ecologica e la cooperazione transnazionale nell'area adriatico – ionica, dal Veneto fino alla Grecia. Sono questi gli obiettivi del progetto 4PETHABECO, sostenuto dai fondi europei del programma Interreg Ipa Adrion e guidato dall'Università di Udine, con la partecipazione di una decina di partner di otto Stati dell'area, tra cui il Venetian Cluster di Venezia per l'Italia. La regione adriatico-ionica ospita popolazioni significative di grandi carnivori, tra cui la lince balcanica, l’orso bruno e il lupo, specie chiave la cui presenza è un indicatore dell’integrità e della resilienza degli ecosistemi e la cui protezione è essenziale non solo per la biodiversità, ma anche per l’equilibrio dell’intera rete ecologica. Tuttavia, i cambiamenti climatici, l’urbanizzazione e la frammentazione del paesaggio, i conflitti con l’essere umano, stanno mettendo a rischio la conservazione di queste specie e degli ecosistemi della regione che esse abitano, oltre a provocare situazioni di tensione e pericolo per uomini e animali.
Le attività previste nell'ambito del progetto, che durerà fino al 2027, interessano in particolare le aree a più alta naturalità, tra cui le Alpi nord orientali, e con presenza di grandi carnivori. In queste zone vivono complessivamente 4000 fra lupi e orsi e più di 200 linci. Secondo le stime fatte, solo in Friuli Venezia Giulia sono presenti 8-10 tra branchi e coppie di lupi, cioè 50-60 individui, da 5 a 10 orsi, da 3 a 5 linci e circa 500 sciacalli. Anche in Veneto la presenza di lupi è consistente, con stime che parlano di circa 20 branchi e almeno 200 esemplari, presenti in circa il 20% del territorio regionale, mentre per quanto riguarda gli orsi la presenza è più limitata ed è concentrata principalmente nell'area delle Prealpi. Si sta notando un’espansione delle aree in cui si diffondono questi animali e un conseguente aumento della conflittualità tra attività umane e presenza dei grandi carnivori. Tre le attività principali che riguardano l'attuazione del progetto: armonizzare le procedure e le tecniche di monitoraggio e raccolta dati sui grandi carnivori in tutta l’area promuovere l'adozione di migliori processi partecipativi per aiutare la gestione innovativa dell'ambiente di vita degli animali e dei conflitti con l’uomo creare opportunità per le comunità locali ovvero una rete di “living labs”, laboratori viventi nei quali le comunità e i portatori di interesse partecipano attivamente alla definizione di soluzioni condivise per la corretta gestione dei grandi carnivori e la diminuzione dei conflitti.
E proprio per garantire che le strategie sviluppate nell'ambito del progetto siano realmente efficaci, “è fondamentale – si sottolinea da parte del Venetian Cluster - il contributo attivo di tutti i soggetti coinvolti nei territori interessati: amministrazioni pubbliche, forestali, enti di conservazione, ricercatori, educatori ambientali, professionisti del turismo, agricoltori, allevatori, cacciatori, giornalisti, associazioni, cittadini per dare un senso di compartecipazione e co-creazione delle soluzioni, con il coinvolgimento di istituzioni e cittadini anche per la raccolta di informazioni, al fine di migliorare la conoscenza diffusa sui grandi carnivori e il ripristino delle infrastrutture verdi e degli eco-corridoi per la fauna, nonché porre le basi per la definizione di strategie condivise per la coesistenza”.