Da Verona a Roma: il Giubileo giovani entra nel vivo. I 1.200 veronesi si stanno avvicinando agli eventi finali a Tor Vergata. Le esperienze, le testimonianze dei partecipanti, le parole del vescovo di Verona, mons. Domenico Pompili
Verona, 01.08.2025 – «Sentiamo la chiamata e la forza umanissima e possibile di essere discepoli di Gesù, operatori di pace in un mondo come questo, per difendere la vita sempre dal suo inizio alla fine, di tutti, senza distinzioni, rivestendo la persona sempre di dignità e cura». Così il cardinal Matteo Zuppi, presidente della Cei, si è rivolto ai 40mila italiani – centinaia i veronesi – presenti in piazza San Pietro, la sera di giovedì 31 luglio per la Professione di fede all’interno del Giubileo dei giovani. Hanno partecipato anche i 150 veronesi ospiti da lunedì nelle parrocchie di Guidonia. Una delle tappe più significative della loro permanenza è stata martedì con il passaggio della Porta Santa della Basilica Papale di San Paolo fuori le mura, preceduta da un momento di catechesi da parte di don Matteo Malosto, direttore del Centro di pastorale adolescenti e giovani, che ha sottolineato: «Il cuore di Dio per noi è sempre spalancato e nulla può resistere al suo amore». Nei giorni di mercoledì e giovedì, a gruppi, hanno potuto partecipare agli incontri “12 parole di speranza” che si sono tenuti in altrettante chiese della città eterna. Per loro si sono nate varie testimonianze di adulti e le parole di alcuni vescovi italiani, tra cui mons. Domenico Pompili, che mercoledì 30, a San Gregorio VII ha presentato la famiglia come «l’avventura più rischiosa e insieme più esaltante» per far riscoprire la speranza e vivere in questo nostro tempo, e il giorno successivo nella chiesa di San Francesco Saverio (alla Garbatella) ha chiamato i giovani al coraggio di una nuova economia che contesti le attuali logiche privatistiche e di guerra per aprirsi alla fiducia in Dio e nel prossimo, al rispetto dovuto alla comunità, alla cura del creato. A Casa Verona, nella parrocchia di San Filippo Neri a Collefiorito di Guidonia, stanno nel frattempo giungendo i veronesi che hanno vissuto esperienze diverse in questi primi giorni di Giubileo. I primi ad aggiungersi sono stati i 53 pellegrini a piedi, tra cui don Simone Facincani, parroco delle Vestene: «Siamo arrivati giovedì 31 all’ora di pranzo, alla basilica di San Paolo fuori le Mura, per passare la Porta Santa nel primo pomeriggio e raggiungere Guidonia in serata, questa volta con i mezzi pubblici. Sono stati giorni intensi di cammino, con tanta pioggia presa lunedì dove siamo arrivati fradici a Palestrina e il trovarci ad affrontare alcuni tratti di sentiero non particolarmente sistemati. Però abbiamo vissuto l’esperienza tutti con entusiasmo e dandoci una mano gli uni per gli altri. Ora siamo pronti a vivere i giorni più intensi a Roma». Venerdì 1° agosto è giornata segnata dalla possibilità di vivere il sacramento della riconciliazione (in particolare presso il Circo Massimo). Nel pomeriggio dello stesso giorno Casa Verona accoglie pure i 31 che hanno pagaiato in canoa. Raccontano Nicoletta Brunelli (Sant’Anna d’Alfaedo) e Carlotta Tortella (Villafranca): «Al termine di ogni tappa in canoa c'era sempre un gruppo del paese ospitante che ci faceva da mangiare o ci preparava un’accoglienza noi magari eravamo stanchi ma ci sentivamo voluti bene. Ci stanno dimostrando tanti gesti di cura, pur non conoscendoci. Arrivare e sentici a casa è stato molto bello. Ci portiamo via il senso di condivisione e la gratitudine di avere sempre una persona, in canoa o nella vita, a cui chiedere aiuto e allo stesso tempo a cui puoi dare una mano». Attesi nelle stesse ore anche 315 adolescenti 17-18 enni che domenica 27 hanno preso il via per un percorso del tutto speciale con soste a Rimini e Loreto. Tra loro Ginevra Meneghetti, di Bevilacqua: «Di questi giorni mi ha colpito molto la semplicità della diversità, la bellezza di un abbraccio o un sorriso, la meraviglia di poter essere se stessi anche con persone mai viste prima. Non conta quanto trucco mettiamo la mattina in faccia ma conta la bellezza che ognuno di noi porta dentro. Mi sono interrogata tanto ed ho scoperto che Dio risponde, ma questa risposta bisogna viverla e “sguazzarci” dentro. Dagli ultimo giorni a Roma mi aspetto tanta grazia non miracoli ma vite da esplorare, emozioni e relazioni da vivere al 110% lasciando poi tutto nelle mani di Dio». Arrivati a Roma venerdì mattina anche i 66 giovani che hanno condiviso alcuni giorni con i loro coetanei de L’Aquila. A comporre questo gruppo una numerosa rappresentanza dei giovani del vicariato Lago bresciano. Prima tappa romana: il passaggio della Porta Santa a San Pietro. Per la Messa di sabato 2 agosto a Casa Verona con il vescovo Domenico Pompili ci saranno anche i circa 300 giovani neocatecumenali veronesi. Al termine, tutti insieme si avvieranno verso la grande spianata di Tor Vergata dove si incontreranno con i 220 che arrivano dalla diocesi di San Zeno per il week end e altre centinaia di migliaia di giovani da tutto il mondo. Ad attenderli nello grande spazio che già ha ospitato la Giornata mondiale della gioventù del 2000 ci sarà un pomeriggio di festa e testimonianza, prima la Veglia di preghiera con papa Leone XIV alle 20.30 (diretta su Telepace dalle 16.45) la Messa di domenica 3 alle 9 presieduta dal Santo Padre (diretta su Telepace, dalle 8.45)”. Un comunicato importante, commovente, confortante, che dimostra, come grande fede, accompagnata da speranza, esista ancora e come, con massima volontà, giovani, veronesi e da ogni parte del mondo, abbiano voluto essere in Vaticano, a celebrare il Giubileo, a salutare il Sommo Pontefice e pregare con Lui, invocando “pace”!
Pierantonio Braggio