La “Confraternita del Tabàr di Sant’Antonio Abate” è marchio e animazione di Concamarise, Verona.
Creata, nel 2010, non solo ridà vita alle migliori tradizioni agricole e religiose locali, ma intrattiene numerose relazioni, con altre Confraternite e Istituzioni.
Forse, è utile chiarire che “tabàr” è la voce, che, negli idiomi veneti, sia pure, con varianti, significa “tabarro”. Il quale, sino a circa settant’anni orsono, era molto in uso, d’inverno, nelle campagne venete e veronesi, quale indumento maschile, in lana e, per lo più, in colore nero, che avvolgeva vestito e corpo maschili, dal collo, sino a sotto le ginocchia… Tale importante mantello – che, con piacere, ancora oggi, ricordiamo – è, oggi, quindi, simbolo-ricordo tradizionale del mondo agricolo. Per tale motivo, quando Fabrizio Lonardi, creatore e, oggi, attivissimo presidente della Confraternita del Tabàr di Concamarise, scelse l’indumento “tabàr”, quale simbolo della sua Confraternita, i cui numerosi soci, in occasione dei diversi eventi, sfilano, ovviamente e rigorosamente, “ ’ntabaràdi ”… Un “tabàr”, quindi, che ricorda tempi e tradizioni del passato, cui i Confratelli del Tabàr, con orgoglio e soddisfazione, danno luce, evidenziando, al tempo, la modestia d’un tempo, che è sempre piacevole ricordare. Curioso è, pure, sapere, che, nei casi di traslochi o di sgombro di locali, sempre attenta è la ricerca di tabarri originali e datati…, che potrebbero trovarsi in dimenticati armadi o cassoni abbandonati… La Confraternita in tema, inizialmente, solo “del Tabàr”, ha dovuto premettere, a dette due voci, anche “dei Nostalgici”, per distinguersi, da qualche altra confraternita del genere, già esistente e, promotrice, fra l’altro, di importanti contatti sociali, anche fra i locali concittadini, si è trovata un Santo Patrono ad hoc, diremmo, tutto agricolo, perché rappresentato, con tanto di mantello, nel verde e fra animali, nel noto Sant’Antonio Abate, del quale la Confraternita stessa si è provveduta un’eccellente statua, quasi parlante.., In tale quadro, è stata istituita la festa ufficiale della Confraternita, che si celebra, annualmente, in un giorno festivo, vicino al 17 gennaio, giornata, nella quale, è celebrato, da tutta la Chiesa, l’Abate, protettore degli uomini e degli animali. Si tratta di valori, oggi, purtroppo, piuttosto perduti, che la Confraternita dei Nostalgici del Tabàr vuole fare, molto saggiamente, conoscere e, ove possibile, fare rivivere, essendo essi tradizione e storia di un modello d’essere, ormai antico, da non dimenticare, perché basato su devozione e su una visione di vita, tutta lavoro e modestia. A cura della Confraternita di Concamarise, 17 gennaio, dunque, nella Chiesa parrocchiale – dedicata a San Lorenzo martire – bambini, donne e uomini, in tenuta studiatamente e strettamente agricola d’un tempo, portano all’altare prodotti della campagna, e, perfino, un agnello e due bianche colombe… Viene, quindi, fatto benedire il sale, che, in passato, non solo, veniva somministrato, soprattutto, ai bovini, allo scopo digestivo e di buona salute, ma, anche conservato nelle case, in segno di costante benedizione. Ancora oggi, la tradizione del sale benedetto è molto viva, nella comunità di Concamarise, per cui, la Confraternita fa giungere a tutte le famiglie, che non abbiano potuto partecipare alla Santa Messa, in onore di Sant’Antonio Abate, tale sale benedetto. Suggestivo è, quindi, il lancio delle citate colombe bianche, dal sagrato della Chiesa, fatto, che vuole essere segno o messaggio di diffusione di pace, in quel nostro globo, oggi tormentato da cinquantanove guerre... Quanto a tradizioni, merita d’essere ricordata l’attività agricola di Giulio Lonardi, cittadino di Concamarise, che, con i suoi novantacinque anni, oltre a eseguire, tuttora, lavori agricoli – cosa, che costituisce grande esempio di amore per la terra – fra i quali, la cura del vitigno “Grìnto”, con relativa vinificazione, costruisce, con metodo antico particolare scope in ‘méléga’ – saggina o Sorghum vulgare – che, non solo vengono ammirate, ma, sono state, persino, impiegate nella realizzazione, a Cinecittà, della pellicola “La befana viene di notte”…! Storia, dunque, della quale Giulio è profondo “storico”! Il presidente della Confraternita, Fabrizio Lonardi – durante le manifestazioni, sempre in abito contadino, con tanto di tabàr – che ci ha raccontato tutto, quanto sopra, conferma, con soddisfazione che gli eventi della sua Associazione sono in costante crescita, graditissimi alla popolazione del luogo ed apprezzati da provenienti da provincie confinanti. I Confratelli non perdono una presenza ad eventi, organizzati da altre Confraternite italiane – nel Veronese, esse sono circa una quindicina – mentre vanno evidenziati gli stretti contatti con la Confraternita di Assisi e le visite di amicizia e culturali, come quella recente, a Gualtieri, Reggio Emilia, dove, in frazione Santa Vittoria, in piazza Greppi, domina il Monumento al Tabarro, dell’arch. Antonio Pastorini. Visite, quindi, culturali e di relazione – delle quali, la prossima è prevista, per Venezia – creatrici anche di fecondi gemellaggi.
Pierantonio Braggio
|