Furto provette Dna sardi: altro materiale trovato a Sassari
Cnr trasferisce dati a Roma e scrive a procuratore Lanusei
Tutti ne parlano, nessuno sa.
Si infittisce sempre più la vicenda del furto
delle provette di Dna dal Parco Genos di Perdasdefogu, in Ogliastra, avvenuto nell'agosto 2016, per il quale sono stati
notificati 17 avvisi di garanzia nei confronti di altrettante persone responsabili a vario titolo di furto aggravato, peculato, abuso d'ufficio, falsità materiale commessa da
pubblico ufficiale e violazione di dati relativi alla privacy.
Altro materiale riguardante il progetto è stato rinvenuto a Sassari e si trova ora nelle mani del Cnr di Roma, che ha scritto, chiedendo lumi sul dà farsi, al procuratore di Lanusei
Biagio Mazzeo. Per conoscenza la lettera è stata inviata anche alla società Tiziana Life, che nel 2016 aveva acquistato la
società di ricerca genomica Shardna, fondata dal patron di Tiscali Renato Soru, di Cagliari incaricata del progetto.
I primi ritrovamenti a Sassari risalgono al 5 ottobre scorso.
Durante un'ispezione, il direttore del dipartimento di Scienze Biomediche del Cnr, Tullio Pozzan, ha interdetto l'accesso ai
dati informatici relativi al Parco Genos dell'Ogliastra e che
erano stati archiviati dall'allora responsabile del progetto, Mario Pirastu. I contenuti sono stati trasferiti su un supporto
mobile, custodito ora nella sede centrale del Cnr a Roma, con nuove credenziali riservate al presidente del Cnr e al direttore
del Dipartimento di Scienze Biomediche, mentre il vecchio server
che li ospitava è stato resettato. Dopo un'ulteriore ispezione,
il 24 novembre, è stato scovato altro materiale, stavolta cartaceo, riguardante i volontari che si sono prestati alla
ricerca nei paesi di Talana e di Urzulei. Scoperti anche alcuni
campioni biologici. Il tutto risalente a un periodo precedente
all'avvio del progetto, 1999-2002. In più alcuni campioni di
siero e plasma di anni successivi. L'inchiesta era partita dopo
la sparizione di 25mila provette ritrovate poi all'ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari, Ospedale cittadino rinomato negli anni scorsi. Tutto era iniziato con la denuncia
di una dipendente del Parco Genos, che aveva scoperto che alcuni
cassetti dei banchi frigo erano stati svuotati.
Il mistero che passa dal San Giovanni di Dio di Cagliari, alla Shardna, a Sassari si infittisce.
Articolo di Alessandra Carbognin
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