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Domenica 10 Febbraio 2019
"Non ci sono morti di serie A e vittime di serie B": così Matteo Salvini alla Foiba di Basovizza per il Giorno del Ricordo

“I bimbi morti nelle foibe e i bimbi di Auschwitz sono uguali. Non esistono martiri di serie A e vittime di serie B. Non esiste un però per Auschwitz e un però a Basovizza. Sono criminali gli uni e sono criminali gli altri. Farò di tutto perchè i nostri ragazzi studino sui libri di storia tutti i morti, per l'Italia e nel nome dell'Italia”.

Così il Ministro dell'Interno Matteo Salvini ha affermato nel suo intervento stamane in occasione della cerimonia tenutasi presso la Foiba di Basovizza, sul carso triestino, in occasione della Giornata del ricordo.

"Questa – ha detto ancora Salvini - è terra sacra, è terra di sudore e di dolore, di onore e di memoria senza però. Da ministro ho il dovere di costruire un futuro e quindi di guardare avanti, e di fare in modo che questa sia una terra di comunità e di fratellanza, di amore di accoglienza".

Una cerimonia solenne con i gonfaloni della Regione e dei comuni di Trieste e Duino-Aurisina, cui, oltre a Salvini, hanno presenziato anche il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, il Governatore del Fvg Massimiliano Fedriga con il Vice Riccardo Riccardi, oltre ai consiglieri regionali Danilo Slokar e Claudio Giacomelli, il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e autorità civili e militari.

Presenti anche il Vice Presidente della Camera dei Deputati Ettore Rosato, l'ex Governatore della regione e attuale parlamentare Pd Debora Serracchiani, nonchè la Presidente di Fdi Giorgia Meloni, diversi parlamentari e Roberto Menia, promotore della legge 92 del 30 marzo 2004 istituiva della Giornata del Ricordo.

La liturgia con la messa di suffragio è stata celebrata dall'arcivescovo di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi, con la presenza anche di un picchetto del Reggimento Piemonte Cavalleria, di diverse associazioni combattentistiche, sodalizi patriottici e rappresentanze legate agli esuli.

Oltre quattrocento gli studenti provenienti da diversi istituti di Italia, che hanno aderito al progetto "Le tracce del Ricordo" ideato dal Comune e dalla Lega Nazionale di Trieste. Salvini ha deposto presso il Monumento una corona di alloro in ricordo delle vittime, rendendo loro omaggio davanti a migliaia di persone presenti nonostante il tempo poco clemente causa la pioggia.

A distanza di 70 anni la Foiba di Basovizza rappresenta, di fatto, il simbolo in assoluto di quello che è stato uno dei capitoli di storia più drammatici, su cui per molto tempo c'è stato un silenzio totale e che ancora oggi, così come avvenuto per il dramma degli ebrei, deve fare i conti con quei “negazionisti” che vorrebbero cancellare una pagina di cui, a dire il vero, nemmeno i libri di storia se ne sono occupati.

Fu nel 1980 che la foiba di Basovizza venne riconosciuta come monumento d'interesse nazionale cui nel 1991 vi fece visita ufficiale il presidente Francesco Cossiga. Il presidente Oscar Luigi Scalfaro ebbe poi modo di dichiararla monumento nazionale con decreto datato 11 settembre 1992. Il 10 febbraio 2007 dopo una serie di lavori di recupero e di restauro dell'area monumentale presso la foiba di Basovizza è stato ufficialmente inaugurato il nuovo sacrario in onore dei martiri delle foibe.

Un silenzio, quello della storiografia e della classe politica, che per quasi 50 anni ha avvolto le vicende degli italiani uccisi nelle foibe istriane. Una ferita rimasta non solo aperta ma ignorata per molto tempo e “sdoganata” il 30 marzo 2004 allorchè il Parlamento italiano istituì la Giornata del ricordo ai morti nelle foibe, facendo sì che, in qualche modo, iniziasse ufficialmente la vera elaborazione di una delle pagine più angoscianti della nostra storia.

E in occasione della Giornata del Ricordo vengono ogni anno ricordate le migliaia di infoibati e i circa 250 mila profughi giuliani, dalmati e fiumani che furono costretti a lasciare le loro case dopo la firma dei Tratti di Parigi, il 10 febbraio 1947, che assegnavano alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro e la maggior parte della Venezia Giulia.

“I negazionisti – ha detto Antonio Tajani – sono stati sconfitti dalla storia e chi nega è complice di quello che è accaduto. Ci sono miglia di vittime innocenti, uccise perchè italiane. Rendere onore ai caduti è parte della nostra civiltà.”

«Per non tradire ancora gli esuli fiumani, istriani e dalmati è nostro dovere ricordare – ha sottolineato invece il Sindaco di Trieste – e ora che la storia ricorda e vede con gli occhi della verità quanto accaduto in queste terre, è con grande disgusto che devo, dobbiamo, subire ancora dei rigurgiti negazionisti da parte di alcune associazioni dell'Anpi e vedere presunti storici negazionisti essere ospitati da realtà vicine all'informazione senza che ci sia un contraddittorio.

Vi dico allora – ha aggiunto Dipiazza - che rimuovere il ricordo di un crimine vuol dire commetterlo di nuovo. Il negazionismo può essere considerato lo stadio supremo del genocidio»

"Siamo tornati come ogni anno alla Foiba di Basovizza a rendere omaggio agli Esuli e alle vittime innocenti – ha affermato a sua volta oggi Ettore Rosato - e a ribadire con forza che intolleranza e morte non devono più tornare a segnare queste terre, che la verità non va negata. Questi sono principi fondamentali che appartengono alla Nazione, che il Partito democratico ha nelle sue fibre più intime e che vogliamo tutelare perché hanno contribuito a scrivere la storia del nostro Paese".

Riccardo Riccardi ha rimarcato che “le istituzioni devono con fermezza alzare la voce davanti a chi oggi cerca di negare la tragedia delle foibe e di sminuire il dramma umano dell'esodo istriano, fiumano e dalmata e dalmata. Una pagina di storia nascosta agli italiani per troppi anni.”

"E' importante coltivare la memoria - ha spiegato il vicegovernatore - affinché le giovani generazioni conservino il ricordo del dolore e delle sofferenze di questa drammatica stagione storica".

"E' la prima volta – ha poi detto Riccardi - che un presidente del Parlamento europeo interviene in forma ufficiale agli eventi celebrativi del Giorno del Ricordo e questo testimonia un riconoscimento di alto profilo che proviene da un'istituzione, l'Unione europea, la quale, non dobbiamo dimenticarlo, pur con i difetti e i limiti emersi in questo ultimo periodo, ci ha consentito di vivere in pace per tutti questi anni".

Dopo la cerimonia a Basovizza, Salvini è stato accolto dall'Unione degli Istriani-Libera Provincia dell'Istria in esilio nel Museo di Carattere Nazionale CRP di Padriciano dove, oltre a visitare gli ambienti di questo straordinario sito, ha partecipato allo scoprimento di tre nuove “pietre del ricordo” nel piccolo parco commemorativo antistante l'edificio principale.

“E' il quarto ministro della Repubblica Italiana – ha evidenziato l'Unione – a varcare l'uscio di quello che fu il luogo del dolore per decine di migliaia di esuli, da quanto nel 2005 il Museo è stato fondato”.
Il Museo di Carattere Nazionale C.R.P. di Padriciano(Centro Raccolta Profughi di Padriciano) è l'unico allestimento espositivo in Italia, ed è situato in un'area esclusiva che conserva inalterata la sua struttura originaria dopo la dismissione nella metà degli anni '70.

Realizzato inizialmente quale mostra permanente nel 2004 dall'Unione degli Istriani, il Museo di Carattere Nazionale C.R.P. di Padriciano è oggi una delle strutture più visitate nella provincia di Trieste, tappa fondamentale nell'ambito dei "viaggi della Memoria", che fanno del capoluogo giuliano un sito unico in Italia.

Anche il Governatore del Veneto Luca Zaia si è aggiunto ai numerosi interventi di carattere istituzionale per la Giornata del Ricordo. “Voglio commemorare oggi i martiri delle foibe edelle persecuzioni titine – ha affermato- attraverso la figura di Norma Cossetto, studentessa istriana dell’università di Padova (che le conferì la laurea honoris causa post mortem), barbaramente torturata dalle milizie comuniste slave e uccisa nella foiba di Villa Surani.

Norma è il simbolo di una tragedia tardivamente riconosciuta dalla Repubblica italiana, che noi abbiamo il dovere di far conoscere soprattutto ai giovani, perché lo sterminio di quelle genti colpevoli solo di essere italiane, è ancora assente dai libri di testo e dai programmi scolastici.

In troppi oggi, per ignobili motivi ideologici, cadono nel negazionismo o nel revisionismo di quella che fu la tragedia di un intero popolo questi "mali" si combattono - io lo dico sempre - solo con la conoscenza.

Studiare, raccontare, non dimenticare – ha concluso Zaia - sono il viatico migliore per sopire i negazionismi, da qualunque parte essi vengano. Ed un Paese non farà mai pace con la storia finché la memoria non sarà condivisa ed universale. “



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